Giovedì 14

Altra giornata di giri. La mattina torniamo con Guillermina e Yessica a Valle Verde. Questa volta siamo ben equipaggiati: scarpe da ginnastica anziché sandali, per affrontare meglio la difficile ricerca di una via tra le pietre e le erbacce della zona nuova, in fondo, e soprattutto con la fedele Nikon compagna di tante avventure, così Mattia può sfogare la vena fotografica e scattare una dozzina (contenendosi per mantenere uno spirito missionario e non cadere nel documentarismo) di diapositive, che chissà quando mai vedrà.

[A questo proposito Elena fa la disfattista, Mattia confida in padre Ramos che in una conversazione tra appassionati fotografi gli ha rivelato che conosce qualcuno che le sviluppa. Il diavoletto sibila che manca il proiettore, ma Mattia continua a confidare, in qualche modo ce la farà!]

Una è dedicata alla signora malata di cancro, che torniamo a visitare, questa volta provvisti di sacchetto-dispensa per lei preparato dall'Hogar Cobija y Pan (coperta e pane) della Ciudad de la Alegrìa, gestito dalla Caritas. Un'altra se la merita la signora che fa diventare realtà le promesse di aiuto del Signore ai suoi discepoli, accogliendoci nel suo “giardino” per offrirci una sedia e da bere, molto ben accetto sotto i raggi cocenti del sole di questa mattina. Le visite di oggi sono dedicate ad una seconda fase, dopo i saluti della settimana scorsa, invitando le famiglie a mandare i bambini al catechismo del sabato pomeriggio, o a conoscere nuove persone. E per il catechismo, un impegno speciale toccherà a noi due, che ci siamo presi l'incarico di preparare per quanto possibile alla comunione Angela, ragazza down di 19 anni che vive con la madre.
Il pomeriggio altra uscita, in regiones per noi nuove, con Francisco, che dovrebbe essere il nostro “tutor” ma fino ad adesso, tra impegni fuori e qui, non a potuto introdurci molto nelle comunità e nel lavoro che c'è da svolgere, e Padre John, in visita per confessioni e messa ad alcune comunità lontane, dove usualmente celebrano i ministri. Prima destinazione è la colonia Jordan, piccolina e sempre a livello “basso”, dove la messa salta per mancanza di fedeli, il che non sorprende visto che il sole del mattino è presto fuggito di fronte all'arrivo di un gran bell'acquazzone e la capilla attuale si riduce a 8m2 irrisoriamente coperti da pezzi di telo. Sotto questa inutile tettoia, o meglio sotto gli ombrelli, il Padre ringrazia vivamente due signore che gli presentano l'atto di proprietà del terreno, grande circa 25x8m, antistante la capilla, dove sorgerà al più presto quella vera. Lo hanno comprato loro, insieme ad altre due, sostenute dalle madri della Ciudad che hanno messo a disposizione vario materiale per venderlo e ottenere il denaro necessario. L'acquisto dei terreni è fondamentale per evitare rischi di futuri espropri e abbattimenti delle costruzioni: a noi sembra ovvio, ma qui la chiesa deve seguire l'espansione incredibilmente rapida e incontrollata del popolamento (ogni anno arrivano 70.000 persone) e spesso sfrutta terreni liberi cercando in seguito di regolarizzarne l'utilizzo, non sempre con successo.
Mentre continua a piovere, ci spostiamo a Linda Vista, bella zona nuova, non certo di lusso ma completamente diversa dalle colonie: si tratta di quartierini costruiti da poco, con case a schiera, piccole ma decenti, anche colorate e dall'architettura vivace. Siamo in anticipo e una signora ci ospita in casa sua per un te o caffè e una chiacchierata sulle nostre precedenti esperienze semi-missionarie in giro per il mondo, Filippine e Kenia. La messa si celebra poi sotto due grandi gazebo in un terreno libero al centro di una delle tre divisioni del quartiere e poi ci riportano a casa.
A cena, cioè alle 22, Padre John arriva accompagnato da un seminarista Omar che si fermerà qui fino a fine anno per poi tornare a Ciudad de Mèxico e che probabilmente vedremo abbastanza dato che gli faranno visitare un po' di comunità.

2 commenti:

papà Ezio ha detto...

ciao ragassi, sono venuto da nonna e non ho resistito a passare "da voi". un abbraccio
papo

AL.O.F.T. ha detto...

Grazie, e' bello sapere che grazie al blog, ci "parliamo" anche piu' spesso che al telefono!
Ciao