Ciudad de la Alegrìa (con un po' di tristezza)

Continua il nostro lavoro alla Ciudad, dove però da una settimana ci manca qualcuno: Sharon e Jorge sono stati trasferiti a Guadalajara, dove potranno ricevere cure più adatte, visto che sono malati di Aids. La faccenda ci ha rattristato per due motivi: primo perché non ci hanno avvisato della loro partenza, così non abbiamo nemmeno potuto salutarli, semplicemente lunedì non li abbiamo trovati; secondo perché non ci mettono al corrente della situazione delle persone con cui abbiamo a che fare, senza dirci chi è malato e chi no, e in questo caso perché sono lì, il che sarebbe corretto e utile non solo dal punto di vista umano ma anche di quello precauzionale sanitario. Comunque, siamo poi riusciti a parlarne con Sor Adriana, che ora ci ha ragguagliato un po': Gaby e Dulce sono infette, Braulio e Ada sono lì come fratello della prima e sorella della seconda, Rocio e Monserrat per problemi familiari, come MariSol e Maira, come già sapevamo; questi ultimi due non si sa per quanto staranno all'Hogar, perchè entrarono per un periodo temporaneo in cui la madre soffriva di un'infiammazione ad una gamba, ma da un momento all'altro potrebbero andare via e già ultimamente passano alcuni fine settimana lunghi (fino a mercoledì) con la madre, il che complica non poco il programma delle lezioni con Mattia, visto che la “classe” si dimezza e la metà assente poi deve recuperare. Tra i bambini i risultati fisioterapici sono buoni: Monserrat, che prima se ne stava solo in panciolle a pancia in su, ora ha iniziato a gattonare, si sa mettere seduta da sola e quasi si alza in piedi e anche Jorge, anche se ora se ne è andato, ha cominciato a gattonare.
Per quanto riguarda gli adulti, pazienti di Elena, continua terapia con Carmelo (emiplegia sx), che un po' alla volta sta recuperando e ora sta in piedi, con Angel, che è ancora abbastanza debilitato ma che ha abbandonato la sedia a rotelle, e con Francisco, altro signore con emiplegia sx. Luis (tetraspastico atetosico) non ha più tanta voglia di fare ed è comprensibile visto che la fisioterapia non potrebbe cambiare la situazione perché così dalla nascita. Arturo, che fino adesso si era sempre rifiutato, ha manifestato il desiderio di fare qualcosa, è allettato da un po' ma vedremo che si può fare ora che finalmente è disposto a collaborare.

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