Venerdì 17 novembre

Dopo il riposo post volo, la nostra ospite Adriana ci porta fuori con la sua macchina. E non è un dato da poco: si tratta di una Pontiac Aztec, un macchinone americano che sottolinea il livello sociale della gentile famiglia che ci ha accolto; la casa, su due piani, con piscina 6x3, cucina enorme, forni e frigoriferi per un esercito, dimostra altrettanto bene che siamo nella zona più “in” di Cancun, piena appunto di veicoli di lusso e case agiate. La destinazione odierna è la chiesa di Cristo Rey, centro della vita religiosa della città, o meglio di questa zona, con a fianco l'ufficio parrocchiale, dove però non troviamo nessuno. Dopo una sosta di preghiera torniamo a piedi da soli verso casa, scoprendo almeno un pochino di questa Cancun, piena di ristorantini, internet point che prima o poi useremo e negozi vari: c'è tutto quello che serve in una grande città.

Il pranzo offre altre informazioni interessanti: 1) i messicani mangiano tardi 2) la nostra cara Adriana è assai confusa e senza un senso del tempo ben definito 3) però cucina un'ottima zuppa e anche il resto è molto buono. Risultato: mangiamo alle 3.30, ma bene.

A sera non si sa bene se in questa nazione/in questa casa cenino o meno, fatto sta che dopo che la figlia Adriana (e vai con la fantasia!) prepara delle ottime palomitas (pop-corn) nel microonde e la mamma ne mette su un altro sacchetto, di mangiare altro non sente il bisogno nessuno, neanche Michele, ragazzo italiano che spunta in serata, ma di cui parleremo domani.

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