PERSONAGGI 2

Omar: il seminarista già a voi presentato il 28 a Ciudad de Mexico è ritornato. Con lui abbiamo passato molti pomeriggi visitando colonie a noi nuove come Santa Cecilia (la colonia dei musicisti), dove P.J. ha celebrato delle prime comunioni e un tristissimo battesimo di 4 bimbi celebrato dopo la messa, tra il disinteresse e la confusione del resto della gente, ma a lui va bene così...; Tekax (che si pronuncia "tecash"), capilla piena per la messa del padre, ma è facile vista la capienza; Amistad, capilla minuscola però quasi vuota, visto che la comunità è praticamente nulla. Se ne è andato contento dell'esperienza forte, colpito dalla situazione delle colonie.
Grazie per il dolce regalo: una tavoletta di un qualche dolce simile al torrone.





Adriana e Pepe: questi due già li conoscete, ma tornano alla ribalta perché quando dopo lunghe attese e qualche bidone riusciamo ad andare a casa loro per salutarli e fargli gli auguri, ci concedono una bella chiacchierata sulla nostra missione in fieri, ascoltando i nostri problemi con P.J. che non ci bada e proponendoci validi consigli su che strade prendere e come lavorare, sfruttando la loro esperienza pluriennale di formatori di comunità. Grazie!

Guadalupe & husband: una dei nostri pochi veri amici qui, questa signora di circa 35-40 anni lavora come segretaria del vescovo, anche se ora sembra abbia un po' lasciato, e fin dal nostro arrivo si è interessata alla nostra situazione. Vive vicino alla chiesa di Fatima ed è parte del gruppo dell'adorazione perpetua del Santissimo Sacramento, per cui ha partecipato anche all'incontro da noi tenuto per quel gruppo. Tra una cosa e l'altra abbiamo fatto amicizia e venerdì 29 ci ha invitato a pranzo. Sua figlia Natalie di 5 anni era a casa di amici, così abbiamo mangiato solo con lei e il marito, uno statunitense, di origini italiane, ma come sottolinea lui 100% American. Hanno vissuto prima in Mexico, poi un anno e mezzo negli States, ora vivono qui in una casa carina con ben poco di messicano. Lui infatti, a parte aver preso a mangiare un sacco di chile (ma da un po' ha smesso) e a bere tequila, non sembra essersi molto integrato e se sono ancora qui è perché lei si è impuntata per rimanere. Tra loro parlano inglese, così ci siamo fatti un pranzo parlando una terza lingua, con tutte le difficoltà del caso, perché all'inizio anche per Mattia era dura, dopo un mese e mezzo di immersione nello spagnolo, e in più abituati a parlare con Guadalupe in spagnolo, a volte cominciavamo in una lingua e finivamo nell'altra. Quello che però ci stupisce di più è che quanto lei si dedica alla chiesa, a livello di fede personale e di impegno nelle attività, tanto lui è completamente estraneo, non contrario (che è già qualcosa), ma assolutamente disinteressato. Come nei racconti di Guido, da buon americano non pensa ad altro che a lavorare, e parecchio, visto che viaggia a giornate da 18 ore. Certo sembra voler un gran bene a moglie e figlia, ma condivide proprio poco, come tempo e spirito, e Guadalupe ci fa davvero pena per questo, poveretta.

conchiglie fossili tra le pietre vicino alla capilla di Amistad, a prova che lo Yucatan un tempo era tutto sott'acqua

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