Addio ad Amnesty

Dopo poco piú di un anno di partecipazione al gruppo di Clonakilty, Mattia ha dato ufficialmente l'addio ad Amnesty International la settimana scorsa, in seguito a insoddisfacenti risposte del direttore della sezione irlandese, in visita a Clonakilty, riguardo alcuni dubbi di principio esposti da Mattia in una lettera di gennaio.
La ragione dell'abbandono, in sintesi, é che appare incoerente e inaccettabile che Amnesty, teoricamente organizzazione per la difesa dei diritti umani, non si dichiari ufficialmente contraria alla guerra per principio, ma continui a basare il suo lavoro e le sue dichiarazioni sull'infame Convenzione di Ginevra e altri trattati "umanitari" che, tradendo i principi della Dichiarazione dei Diritti Umani, accettano la guerra cercando (ovviamente e ridicolamente invano) di controllarla con leggi e regolette sulla salvaguardia dei civili, sulla proporzionalitá dell'uso della forza...
La scusa di Amnesty é che la guerra non é attualmente "illegale", ma questa non é una giustificazione sufficiente visto che dove mancano leggi che condannino la tortura o altre violenze Amnesty non esita a lanciare campagne globali o locali per rimediare e comunque una posizione contraria sarebbe il minimo...
La decisione é stata sofferta, il gruppo ci é rimasto molto male visto quanto fossero contenti del lavoro di Mattia, ma con gente (l'organizzazione, non il gruppo di Clonakilty, che sono rimasti molto scosse dalle critiche, che in certa misura condividono) che si permette di parlare di persone come di "bersagli legittimi" (chi é in qualche modo legato alle ostilitá in tempo di guerra) non ci vogliamo avere a che fare, per principio, nonostante tutta l'ammirazione per il loro lavoro.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

sembra strano, ed è sicuramente doloroso doversi scontrare perfino con Amnesty ... che cosa ci resta?
come si può sperare di incidere sul cambiamento se nemmeno loro ci danno affidamento?
non pensi che restando all'interno si potesse tentare di incidere almeno un po'? evidentemente no, vero?
e adesso,che farai?
coraggio, mamma

Giovanni ha detto...

Beh, caro Mattia,
non voglio entrare nel merito del discorso guerra, che sicuramente è molto complesso e di cui io non mi sento di condannare nettamente ogni genere, senza alcun distinguo (certo se tutti rispettassero i diritti umani e il diritto internazionale chiaramente la guerra verrebbe a sparire). Detto questo penso che dovresti cercare di capire se veramente questo possa inficiare così pesantemente l'operato della stessa Amnesty, trovi così difficile lavorare in ambito umanitario a fianco di chi pensa che tutto sommato in alcuni casi (nello specifico nel caso di guerra di difesa o di intervento armato nel caso di grave violazione di norme internazionali definite erga omnes, cioè che ledono gli interessi dell'intera comunità internazionale - ad esempio il genocidio -) uno stato possa intraprendere un'azione militare nei confronti di un altro? Penso che tutto sommato Amnesty faccia un gran lavoro: il lasciare libertà di coscienza ai suoi membri riguardo a un tema del genere (non mi pare da quello che hai scritto che obblighi gli attivisti a accettare e appoggiare la guerra in determinati casi) penso che, anche se si volesse ritenere un punto negativo, non pesi così tanto come la meritoria attività svolta e le tante iniziative che Amnesty promuove.
Allora in definitiva penso questo: ci si può scontrare infinitamente su questioni di principio, di grandi propositi e di massimi sistemi, ma alla fine i conti si fanno sul lavoro pratico che si svolge. Porsi il problema se un'associazione condanni ufficialmente la guerra o lasci libertà di coscienza ai facenti parte secondo me passa in secondo piano rispetto al lavoro che fa e ai risultati che ottiene, e che, certamente, vanno proprio in direzione della creazione di un mondo in cui, finalmente, non ci siano più guerre.

AL.O.F.T. ha detto...

Per non scatenare dibattiti, rispondiamo solo che la questione non é giustificare eccezioni come quelle menzionate dal sempre attento Giovanni, ma piuttosto non dichiararsi ufficialmente contrari alla guerra per principio bensí affidarsi a convenzioni che si illudono di regolarla. E nemmeno si discute di libertá di coscienza per i membri, ma di coerenza: Amnesty fa sicuramente un gran lavoro ma non si puó considerare un'associazione "per la difesa dei diritti umani (tutti)" se non condanna la guerra in quanto tale.
Per non accendere appunto il dibattito, concludiamo invece con un'espressione piú "artistica" del sentire di Mattia:

I don’t believe in violence
I don’t believe in weapons
I don’t believe in armies
I don’t believe in war

I don’t believe in legitimate targets
I don’t believe in rules of engagement
I don’t believe in the Geneva Convention
I don’t believe in just wars

I don’t believe in compromise
I don’t believe in achievable goals
I don’t believe in inconsistency
I don’t believe in Amnesty

I just believe in life, right to life
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(chiarimenti a disposizione per i profani che non colgono la citazione)
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PEACE&LOVE!

donato66 ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Giovanni ha detto...

Caro Mattia, ho capito quello che vuoi dire, ma a me sembra che tu non abbia capito quello che voglio dire io. O più probabilmente, non sono stato capace di spiegarmi bene. Comunque è chiaro che se ti senti fuori luogo dentro Amnesty hai fatto bene ad andartene, anche se io penso comunque che sia meglio fare che non fare e la fede e la speranza sono sì importanti, ma la cosa "più importante è la Carità".

La versione di John era molto meno idealista direi eheh