avventure dublinesi (dublinensi-dubliniche?)

Martedí 23 marzo, un giorno da ricordare, o perlomeno da raccontare.
Il programma era sí impegnativo, cioé ambasciata per passaporti dei piccoli piú saccheggio IKEA (c'é sempre qualcos'altro che serve in casa, Sam ancora non c'era andato e mamma aveva solo fatto una visitina a Settembre), ma non si pensava sarebbero stato cosí intenso:
sveglia ore 5.00 (almeno per papá, cosí ha tempo di farsi la barba e non perde i ritmi quotidiani)
partenza ore 6.15
arrivo a Dublin ore 10.10 (con lunga sosta allattamento-cambi-parcogiochi, non male)
arrivo ambasciata ore 10.50 - maledetto traffico della capitale!
parcheggio a parchimetro (2.90€ all'ora, e non sará una sola...)
ingresso ambasciata ore 11.00 (il caramba dall'inglese raccapricciante, ma almeno con un italiano comprensibile, blocca al cancello i questuanti perché dentro non c'é posto! Per fortuna il tempo era buono...)
A questo punto inizia il meraviglioso incontro con il baluardo di italianitá in Irlanda: da un ingresso laterale entriamo in uno squallidissimo ufficio con la familiare vista di avvisi di ogni formato appiccicati a bacheche e pareti e ammobiliato da sedie piú vecchie di papá e spettacolari divanetti stile "mercatino dell'usato"; gli impiegati spuntano da due finestrelle di meno di un metro quadro, per cui appena si spostano non li si vede piú, ma forse é meglio cosí, data l'impressione di eccezionale professionalitá che trasudano. Purtroppo non é solo un'impressione, perché sembra ne sappia di piú il caramba all'ingresso, che infatti dá dritte su come fare le richieste. Dopo un'oretta di attesa ci ricevono, dopo un'altra ora (e intanto paga il parchimetro) ci consegnano... no, non i passaporti, ma la richiesta di passaporto da firmare, quel foglietto che in Italia gli consegni compilato dall'inizio;
"E i passaporti?"
"Se pagate subito facciamo presto e saranno pronti magari domani, o la settimana prossima"
"Ma da Cork non é cosí comodo..." (e avremmo potuto aggiungere che alla famiglia prima di noi li hanno dati in mattinata)
"Vediamo cosa possiamo fare"
(papá&Michele tornano fuori a prelevare contanti e salutare Mr.Parchimetro)
"Oh sí, ve li facciamo subito"
Passa mezz'ora (altra visita alla simpatica macchinetta mangiasoldi)
"Scusate l'attesa, uno é pronto, l'altro tra poco"
"Ancora poco"
Per intrattenerci, siparietto con litigata tra impiegati perché "solo io metto a posto - se non lo faccio io - se ho da fare questo come faccio a fare quello - qui nessuno fa niente"
Effettivamente di intrattenimento non ne avevamo tanto bisogno, Michele chiuso in uno stanzino per ore era piú che sufficiente; papá lo ha anche portato fuori piú volte, ma il caramba nonostante ci metta tutta la sua simpatia e comprensione scoccia lo stesso: "no, non salite sulla scalinata, se scendono quelli importanti si arrabbiano", "no, non giocate a nascondino qui sul retro", "tornate dentro, devono uscire con la macchina". Per passare il tempo si puó anche visitare il bagno, inizio novecento, non come stile ma come data dell'ultimo intonaco, cosí Michele puó esclamare "Rotto" indicando muri, asciugamani elettrico, rubinetti...
Ad ogni modo, grazie alla loro infinita magnanimitá ci preparano i passaporti in giornata, come detto al telefono, ma invece "di solito non lo facciamo..."; cosí alle
14.25 usciamo dall'ambasciata, con 2 passaporti in piú, una fama galattica, 179.90€ in meno, una collezione di carini bigliettini da visita di Mr.Parchimetro (e sí che abbiamo saltato alcuni giri)
"Bene, forse per le 3 saremo all'IKEA"
Aloha! Non riusciamo a trovare la circonvallazione, cosí dopo un'eccitante esperienza di guida nel centro arriviamo al tempietto svedese gialloblu alle 15.30.
Per fortuna c'é il ristorante che ci sfama e rincuora!
Con polpette e tortine nello stomaco, Sam in marsupio e Michele in carrello, giriamo tra mobili e oggetti, sempre tanto belli da farti rallentare a sufficienza.
Primo carico di oggetti in macchina, torna a prendere i mobili (letto a castello+materassi, scrittoio per il soggiorno, piccola libreria per camera genitori, scaffalatura per garage...) e comincia a caricare.
Ore 21.00 = IKEA chiude, papáMattia finisce di giocare alle costruzioni e passa a divertirsi con corde e nodi, tutti dentro, se ci stanno anche i bambini, sí, dai, allora partiamo.
Ore 21.15 = la macchina va bene, il carico regge, "abbiamo preso tutto?" Sí", "No, ci siamo dimenticati di comprare il telo per coprire il carico" e... comincia a piovere!
"é solo pioggerellina, le scatole sono grosse"
"dai, sta praticamente smettendo"
"ops, continua"
Pausa, controllo scatole: "niente di grave, umide ma intere"
"caspita, peggiora"
"urca, non smette piú"
"non puoi andare piú veloce?
"con quel carico, no"
"smetterá?"
Ma figurati, dopo settimane con pochissima acqua questa notte piove ininterrottamente da Dublin a Cork, cioé attraverso piú di metá nazione.
Dopo quasi 5 ore di angoscia per le scatole che si scioglievano inesorabilmente,
Ore 2.00 = arrivo e veloce scarico bagagli.
Per salvare i mobili, niente nanna, apri le scatole, tira fuori i pezzi, spargili ad asciugare.
"Tutto bene, non sembrano male, per domani saranno a posto" (e cosí sará, per fortuna!)
Ore 3.00 = "buona notte"
Ore 4.40 DRINNN = papá va al lavoro

1 commento:

Anonimo ha detto...

alfin...
CASA, DOLCE CASA...
baci mammachiaranonna